La valigetta della fine del mondo.
Non si tratta solo di tenere mezzo pacchetto di caffè di scorta, o tre sigarette nascoste in un cassetto. Si tratta della fine del mondo, della valigetta dell'apocalisse.
Io ce l'ho, la valigetta per la fine del mondo.
Non per quella fine del mondo in cui il pianeta esplode colpito da un gigantesco asteroide, per quella fine del mondo di cui raccontano libri e film, quella del virus, quella atomica, quella dell'invasione degli alieni o degli zombie. Insomma, quella in cui il mondo non finisce affatto: finisce in qualche modo la civiltà, finisce una gran parte dell'umanità ma tu ovviamente no, tu sei tra i superstiti.
E noi futuri superstiti la valigetta l'abbiamo pronta.
Nella mia ci sono: candele e lampada solare e a manovella, coltello, aghi e filo, ami da pesca, chiodi, mollette da bucato, spago, sacchi di plastica di cui tre grandi neri, filo di ferro, accendino, fiammiferi e acciarino, una bottiglietta di candeggina, sapone di marsiglia, una reticella, alcune cannucce, forchetta, cucchiaio, due spiedini d'acciaio lunghi, guanti di gomma, una pinzetta, una boccetta di mercuro cromo, due bende, diverse spille da balia, semi di pomodoro, una garza grande, una scatolina d'acciaio, una bottiglietta d'alluminio con tappo a vite, una fila di petardi rossi.
Mi pare non manchi nulla, ma c'è ancora un po' di spazio, in ogni caso. Ci vediamo là.