Avete
per le mani un mezzo di straordinaria, mai vista, inconcepibile potenza per far
sentire la vostra voce. E lo state lasciando in mano a noi
cinquantenni, quarantenni, sessantenni.
Un
mezzo per farsi vedere e sentire, per protestare, per portare avanti
le proprie ragioni che negli anni '70 non era nemmeno concepibile.
Eppure usate per farvi vivi gli stessi mezzi che si usavano allora.
Quarant'anni
fa i media erano saldamente in mano ai “grandi”, a chi aveva
soldi e potere. Quei pochi giornaletti che parlavano d'altro, che ne
parlavano in un altro modo, a malapena riuscivano a campare e
venivano letti dagli stessi quattro gatti che li scrivevano. La tv,
non parliamone. Quando hanno iniziato ad esserci le radio libere
sembrava un sogno, ma anche lì servivano mezzi, non pochi.
Allora
qualunque idea, protesta, proposta, rabbia, idea avessero i ventenni
– di sinistra, di destra, di CL – andava per forza portata in
piazza.
Altrimenti
non sarebbe stata visibile a nessuno, mai. All'opinione pubblica
figuriamoci.
Ma
oggi esiste un mezzo, esiste IL mezzo per rendere visibile qualunque
opinione, istanza, protesta, proposta. E voi che ci siete nati dentro
– a differenza nostra – voi lo state lasciando a noi. Lasciate
che la vostra voce non si senta mai, o che la sentano solo i vostri
amici, il che è lo stesso. È come avere un megafono e usarlo per
sussurrare una battuta al compagno di banco.
Tutti
i dibattiti, i commenti, gli articoli, i post, le discussioni più
accese sui temi più importanti le lasciate fare a noi, anche quando
vi riguardano, anche quando si parla di voi, anche quando si tratta
di definire il mondo in cui voi dovrete vivere e che dovrete far
funzionare. Non ci siete, o se ci siete non vi si vede.
La
rete è vostra. Usatela.
Usatela
per renderla diversa, ne siete capaci certo voi più di noi.
Usatela
per farvi sentire, per farvi vedere, per farci sapere cosa pensate,
cosa volete, per dirci contro cosa volete battervi, per dirci che
futuro immaginate e come pensate di prendervelo.
E
per dirlo ai vostri coetanei, e a quelli che sono più piccoli di
voi: ribaltate l'uso che della rete fanno le casalinghe di Voghera e
i vecchi tromboni, con i loro sopraccigli alzati e i ditini
ammonitori, con la loro supponenza, il loro paternalismo, la loro
assoluta e livorosa ignoranza di quello che siete e pensate.
Smettetela
di farvi intervistare: fatele voi le interviste.
Smettetela
di far sbrodolare dibattiti sui “giovani d'oggi”: fatelo voi il
dibattito.
Smettetela
di farvi dire che siete ignoranti e passivi: dimostrate che non lo
siete.
Smettetela
di lasciarvi dire che non sapete cosa volete: ditelo e scrivetelo
ovunque, quello che volete.
Smettetela
di farvi fotografare, filmare, di farvi rappresentare come
delinquenti o bambocci, senza vie di mezzo: rappresentatevi da soli,
così come siete davvero.
Smettetela
di stare tra voi: siete figli del mondo, potete parlare con tutti i
ventenni del mondo, siete tantissimi, siete una moltitudine e avete
una forza che noi non abbiamo più, una potenza che non abbiamo mai
avuto. Usatela.
Smettetela
di essere buoni, di essere silenziosi, di farvi i fatti vostri:
inondate la rete, appropriatevene, spazzate via i tramonti e i
gattini, fate la rivoluzione, quella che potete fare, quella di
esserci e di dire al mondo come il vostro mondo volete che sia.
Non
c'è neanche bisogno di mettere la maglietta pesante, in rete non fa
mai freddo.
Io,
se serve, una mano la darò volentieri. Ma siete voi che avete tutto
il mondo e tutto il futuro davanti a dovervi muovere.
Fate
i bravi, spaccate tutto questo mondo così sbagliato.
Firmato:
la mamma.