martedì 30 settembre 2014

Completa il tuo profilo

E quando mai era capitato, nella millenaria storia dell'uomo, che uno dovesse descrivere sé stesso? Non in una autobiografia, non in un curriculum vitae, cose che hanno un loro percome e perché: in un profilo.
Dove dici tu stesso cosa ritieni che il mondo debba vedere in te. Mai successo, in migliaia e migliaia e migliaia di anni. Il mondo sa, ha sempre saputo chi sei: il figlio della Lina, quella della merceria, il vigile, il re, il cardinale, il ricco, il sacrestano, quello dell'Ufficio Acquisti quello alto spallato, la vicina di sotto quella che stende le lenzuola con su la bandiera dell'Inter, quello che mi ha fregato, quello là che ho amato, la tipa del bar con quelle belle tette, quella che mai fidarsi delle donne col culo basso, il geometra quello pelato coi baffi, il cuoco, il ladro, sua moglie, l'amante, quello che picchia, quella carina, quella un po' tonta, quella un po' troia, quel cretino del benzinaio.
Invece ora sei convinto di essere tu a offrire al mondo il tuo profilo, che il mondo ti conosca per quello. Mai successo. Pensa andare al mercato, nella Londra del '600 e dire “Ciao, a volte burbero ma di animo dolce, nasco come maniscalco ma tra le mie passioni annovero l'orticoltura e la caccia alla contadinella.”
L'obbligo al profilo ci ha fatto perdere il lume della ragione, l'obbligo al completa il tuo profilo, l'obbligo al dimmi qualcosa di te, l'obbligo al forza il tuo profilo è ancora incompleto al 60%.
E sono nati dei mostri, sono nate le solari e un po' pazze. Non c'erano prima.
Pensa, arriva la lavandaia e battendo i panni sulla pietra cinguetta: “Ciao, labellalavaalfosso, sono Carolina, nasco come balia asciutta ma in questi anni ho fatto tante esperienze che mi hanno arricchita e per le quali ringrazio tutti quelli che mi hanno voluto bene e anche i lanzichenecchi, che mi hanno insegnato tanto. Ho trent'anni ma mi dicono tutti che ne dimostro venti :-) Sono solare e un po' pazza, buona vita a tutti. Intanto guardate questo mio scorcio di coscia da sotto la gonna.”

Dammi retta, cancella il profilo. Di fronte sei meglio.

sabato 26 luglio 2014

Allora, facciamo un po' di riepilogo. Mie care, il femminismo non vi serve perché ha già fatto tutto quello che doveva per voi.

(A proposito di questo: http://womenagainstfeminism.tumblr.com/ )

Premesso che ho smesso di dichiararmi femminista a quindici anni, quando le compagne più grandi intentarono un processo sommario a Laura della 4C perché portava la camicia infilata nei pantaloni, alcune cose andrebbero un po' tenute a mente.
Alcune cose di cui voi sgallettate "non ne avete bisogno" sono come sono a seguito di lunghe, complesse e faticose battaglie. Il fatto che quando siete cresciute ci fossero già e pertanto le date per ovvie e scontate e acquisite è una bella cosa. Purché sappiate che non sono né scontate né ovvie e che sono acquisite solo dall'altro ieri.

Tu che non ne hai bisogno, ricordati che fino al 1982 in Italia se tuo padre ti sorprendeva a letto con un ragazzo poteva ucciderti e avere le attenuanti.
Ah, poteva farlo anche tuo fratello, e ovviamente tuo marito. E potevano uccidere anche il ragazzo, già che c'erano, era tutto perdonato dal delitto d'onore.
Prima del 1971, tu che non ne hai bisogno, per prendere la pillola dovevi trovare un medico compiacente che te la prescrivesse per "disturbi ormonali" o per guarire l'acne.
Prima del 1975, siccome non ne hai bisogno, c'era il vecchio diritto di famiglia, che prevedeva la potestà dell'uomo sulla donna.
Prededeva la potestà maritale.
Prevedeva la separazione per colpa e la comunione obbligatoria dei beni.
Prevedeva che per la donna l'adulterio fosse un reato anche con una sola occasione mentre per l'uomo solo se era "concubinato" ed era causa di divorzio solo se costituiva per la moglie "ingiuria grave"
Ed è solo del 2006, mia cara, la legislazione che prevede l'assoluta e totale parità di diritti sul lavoro.
Dal 1970 puoi divorziare.
Dal 1978 puoi abortire, se non vuoi o non puoi tenere un figlio non voluto.
Dal 1996 grazie alle "norme contro la violenza sessuale" se ti stuprano il crimine è riconosciuto contro di te e non contro la morale pubblica.
Ma siccome a te di tutto questo non serve niente, fanne pure a meno.

Il fatto che, come tutti i reduci, una volta vinte queste battaglie in molte non si siano rassegnate al fatto che - appunto - il grosso del lavoro era fatto e abbiano continuato a rimestare scemenze come la declinazione della parola avvocato o dottore e si siano infognate a decidere se la pubblicità di un reggiseno dovesse o no far vedere un seno non ha niente a che vedere con nessuna di queste cose.
Dire che non ne hai bisogno, mia cara, non è solo incredibilmente stupido.

Soprattutto, soprattutto è un'offesa imperdonabile a chi queste cose non le ha avute. E ne aveva bisogno.
Un'offesa imperdonabile a chi è stata maritata con la forza in virtù dell'orrido matrimonio riparatore, che legalizzava il ratto e lo stupro.
Un'offesa a chi non aveva a disposizione anticoncezionali, non poteva rifiutare un rapporto sessuale non gradito, non poteva abortire un figlio non voluto se non sul tavolo di una mammana.
A chi è stata sfruttata sul lavoro, sfruttata in famiglia, a chi non ha potuto votare, a chi è stata oppressa e discriminata in un modo che tu, dolcezza, non puoi immaginare neanche nei tuoi sogni più cupi.
Ed è un'offesa mortale a tutte le donne che oggi, non ieri, oggi, queste cose non le hanno ancora.
A tutte quelle nel mondo, e sono milioni, che non hanno uno smartphone per fotografare un cartello che dica: "Ecco, io sì, io ne ho molto bisogno."