Finì di fare la barba
pensando al commercialista. Bisognava trovare per forza un momento per andarci,
in settimana. Che rottura di palle. Ripose il rasoio, ficcandolo
nell’armadietto un po’ a casaccio, e svitò il tappo del dentifricio pensando
alla rata del mutuo. Ma era un pensiero fastidioso e smise quasi subito, anche
perché doveva concentrarsi sulla riunione delle dieci, che sarebbe stata
tutt’altro che una passeggiata. In effetti non aveva voglia di pensare nemmeno
a quella, non aveva voglia di pensare a niente, in effetti. Neanche
all’Antonella, non una gran voglia.
Si spazzolò i denti, sputò, li spazzolò di
nuovo. Non aveva ancora rivolto un solo sguardo alla sua immagine riflessa
nello specchio.
Sputò ancora. Guardò la scia spumosa nel lavandino, verdolina e
mentolata. Rimase un po’ a guardarla. Era molto bianco il lavandino. La luce
che veniva dalla finestra alle sue spalle lo colpiva in pieno. Alzò gli occhi
alla finestra nello specchio: il cielo si schiariva, tinto di lilla e di
celeste. Ebbe un attimo di perplessità, guardò l’orologio, no, non aveva
sbagliato a puntare la sveglia: erano le sei, era l’ora giusta. Eppure era
quasi sicuro che ieri non c’era così luce a quest’ora.
A dire il vero non c’era
così luce neanche un’ora più tardi, quando scendeva dal treno iniziava appena
ad albeggiare, ieri. E l’altroieri. E tutto il mese scorso.
Il cielo nello
specchio era tutto azzurro ormai, un azzurro ogni momento più lucente. Il
riverbero faceva splendere le piastrelle e scintillare le boccette allineate
sulla mensolina: un raggio colpì quella del dopobarba, traendone un breve,
luminoso arcobaleno. Il chiarore inondava la finestra, lo specchio era troppo
abbagliante da guardare, ormai. Pensò che avrebbe dovuto dare un’occhiata
fuori, vedere che cosa, vedere perché. Guardò il lavandino, invece. Un capello
disegnava una morbida ellisse intorno allo scarico, la schiuma verdolina era
quasi secca. La pulì con cura con la mano, adagio, piano. Così bianco da far
male agli occhi, così bianco, tutto. Così in fretta arriva, così bianco, così
in fretta. Il sibilo lo udì, assordante, immane. Fece in tempo a pensare che la
rata del mutuo, vaffanculo. Poi, la luce fu.
:O
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