mandorle; amare;
L'aria, rovente d'estate e del calore dei forni, sapeva di caramello tostato. Buttò i gusci di mandorla e col dorso della mano si ravviò
il sudore, tracciandosi sulla fronte una striscia umida di zucchero al velo.
Sentì il campanello del negozio, poi i suoi passi e subito ebbe anche
le mani, sudate.
Lui entrò nel laboratorio e senza una parola, come sempre, la rovesciò sul bancone. "Sei dolce come il miele" disse poi, allacciando
i pantaloni. Lei tolse cacao e granella di zucchero dai capelli
e dal collo:
- Ci hai pensato?
Lui prese dal banco un torrone, lo fece stridere allegro tra i denti.
- Non puoi chiedermelo tutte le volte. Sai già come stanno le cose.
- Le cose possono cambiare. Ti prego. Non posso stare senza di te.
- Mmmhhh, è buono. Davvero.
- L'ho appena fatto.
- Eccellente. Sei brava, dolcezza.
- Ti prego. Ti amo.
- Sì, lo so. Non continuare a dirlo, diventi melensa. Ci si vede martedì prossimo, magari.
- Tu non la lascerai mai, vero? Io voglio stare con te. Ti amo da morire, da morire, davvero.
- Lo sai che non posso lasciarla, ci sono un sacco di motivi, lo sai.
Noi non staremo mai insieme: devi mettertelo in testa, tesoro. Ah no, martedì no, sono via, venerdì forse.
Si era già girato e avviato pulendosi una briciola dalla camicia,
lo raggiunse e gli mise in mano il mandorlato che aveva tenuto da parte.
- Prendi anche questo, l'ho fatto per te.
Le diede un buffetto, staccandone un morso col suo splendente sorriso:
- Eh lo sai, tu, che sono goloso, vero dolcezza?
Si girò ridacchiando: - Goloso, goloso di tutto, sì...
E lei gli guardò le spalle, e aspettò che finisse di masticare e lo guardò cadere, due passi prima di aver raggiunto la porta.
Tolse il torrone dalla sua mano e gli si sedette molto vicino, per esser sicura di finirgli addosso quando avesse finito di inghiottire.
È vero - pensò - a volte è dolce come il miele e tossico come
il cianuro, amare.
"Oh sì, che staremo insieme, tesoro."
Postato da: sphera a 12:29 | link | commenti (31)
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