venerdì 20 gennaio 2012

Io sono quella della cacca. E dell’immondizia, del vomito, della pipì. Può capitare che talvolta qualcuno se ne faccia carico: è capitato. Ma appunto: talvolta. Le altre volte, tutte e son tante, me ne occupo io.
Catarro e lacrime, cispe e cerume. E spazzatura e immondizia e il fondo scuro dei loro bidoni e i sacchi da preparare. Poi quando li dimentichi fuori raccogliere quello che i gatti hanno sventrato, le lische, i cartocci unti e le ossa.
E molta, moltissima cacca, in pannolini e letti e mutande, e qualche volta per terra.
Io sono quella che entra con la mano nel water per pulirlo per bene, sono quella che toglie gli schizzi di piscio dall’asse e dal muro, sono quella che lava lo straccio dei pavimenti strizzandolo in mano.
Io svuoto il filtro della lavastoviglie gelatinoso di unto, io vuoto i piatti dagli avanzi rappresi, io tolgo con la mano i residui di pasta e verdura e cose che non si riconoscono affatto dal buco del lavandino. Sono quella delle lettiere e dei fiocchi di polvere e briciole sotto  i divani, quella che scrosta la vaschetta delle verdure dai sedani morti e dal viscido dei cipollotti, che disincaglia il groviglio di peli e capelli dal tappo della vasca da bagno.
Sono quella che scuote la scopa e le leva i bioccoli di spesso lerciume, quella che toglie le cispe dagli occhi e lava il sangue il pus e la terra dalle ferite, che pulisce il moccio e le orecchie, quella dei punti neri, delle spine di riccio e della merda di gatto.
E noi che siamo quelli della cacca e dell’immondizia, noi ridiamo molto più spesso e siamo tranquilli, lo sai. Perché dagli arabeschi di macchie e escrementi abbiamo imparato la beffa delle trasformazioni, abbiamo saputo che non c’è niente che sia sporco davvero perché non c’è niente che non si possa pulire, e poi sporcare di nuovo.
E poi noi sappiamo, sappiamo qual è l’istante preciso in cui quello che hai nel piatto e fino a un attimo fa stavi mangiando e succhiando e leccando diventa rifiuto, che ti fa schifo spazzar via con la mano per rigovernare.
Noi sappiamo qual è l’ingrediente che in un unico esatto momento trasforma il piacere del godimento in un grumo di fredda immondizia. Ma questo non te lo diciamo, perché è il segreto più grande.

7 commenti:

  1. [...] e il fondo scuro dei loro bidoni [...] è pura poesia.
    E poi delizia e immondizia fanno anche rima

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    1. Grazie. Anche se stamattina guardando il fondo dei bidoni non ho pensato alla delizia, no.

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  2. "And she shows you where to look
    Among the garbage and the flowers"

    ("Suzanne", Leonard Cohen)

    ...mi hai fatto pensare a questi due versi bellissimi.

    Bandini

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  3. quello che hai nel piatto e fino a un attimo fa stavi mangiando e succhiando e leccando
    DELIZIA

    diventa rifiuto
    IMMONDIZIA

    Al

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    1. Al, stamattina la neve sui sacchi dell'immondizia toglie loro la sporcizia, lava la mestizia, li vizia di delizia.

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  4. Bandini, quello che manca qui è il fiume. O un mare, un lago: l'acqua. Perché tutti siamo marinai.

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  5. Laura la tua arguzia mi delizia come il bastoncino di liquirizia nella mia infanzia. Ad ogni tua primizia (di cui il feed mi dà notizia) con solerzia m'inebrio di ogni tua facezia ;)

    Al

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